In questi giorni è saltata improvvisamente fuori una questione singolare, nata sicuramente dallo sciopero scolastico per il clima di Venerdì scorso, con cui tanti giovani hanno mostrato la loro indignazione per l'attuale situazione climatica e il modo in cui (non) la si sta affrontando.
Stiamo parlando del voto ai sedicenni. Ovvero, più formalmente, della proposta di abbassare l'età minima di voto a 16 anni (non per forza con un corrispondente abbassamento della maggior età).
Idea caldeggiata da Enrico Letta in un'intervista del 29 Settembre e poi subito ripresa da vari esponenti della maggioranza, tra cui in primis il presidente della Camera Roberto Fico, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Luigi di Maio, e finita poi sulle prime pagine dei giornali e dei siti web. Giusto o sbagliato? Non è facile dare un verdetto e non è questo lo scopo dell'articolo che state leggendo, ma ciò che è certo è che l'ex presidente del Consiglio non è il primo a proporre tale cambiamento.
Addirittura nel 1848 Antonio Rosmini ipotizzò l'allargamento del diritto di voto a tutti i cittadini maschi, senza distinzione d'età. "Un voto per ogni bocca da sfamare", che poi si sarebbe moltiplicato con la maggior età, andando a valere anche per gli altri componenti della famiglia (moglie e figli). Proposta alquanto avveniristica - anche per il XXI secolo! - che ovviamente non fu accolta.
Per ritrovare l'idea di allargare la platea dei votanti (questa volta di entrambi i sessi) dobbiamo allora fare un lungo balzo sulla linea del tempo, arrivando al 2004.
Il 4 Aprile di quell'anno durante un congresso nazionale delle Acli la proposta di aprire il voto agli under-18 riceve voto favorevole, entrando nell'Agenda politica del Paese.
Nel 2007 l'idea è rilanciata da Walter Veltroni e nel 2011 da Tito Boeri, poi nel 2013 diventa disegno di legge l'allargamento ai 16enni solo per le elezioni locali, che però non passa, allora nel 2015 è il turno della Lega (Nord), nel 2016 di Grillo, seguito dal suo partito l'anno successivo. Infine lo scorso Giugno lo stesso Grillo ha lanciato dal suo blog una proposta ancora più drastica: l'abbassamento dell'età di voto a 14 anni.
Ora, senza sfociare nell'esagerato che rischia di risultare ridicolo, l'idea non è sbagliata. I sedicenni e i diciassettenni, anche grazie alla grande diffusione dei movimenti ambientalisti, stanno iniziando a informarsi e a impegnarsi concretamente per una causa. Il problema è che sviluppare una propria coscienza politica, sommersi di informazioni manipolate e messaggi fuorvianti come piovono a palate sui giovani di oggi da internet e dai social in particolare, è difficile. Fondamentale per la crescita di questo aspetto della vita adulta è il confronto con gli adulti e i coetanei, che va praticato innanzitutto nel luogo (dopo la casa) dove ragazzi e ragazze trascorrono la maggior parte del loro tempo: la scuola.
L'allargamento dell'età di voto dovrebbe quindi essere legato a un cambiamento nel mondo scolastico, o almeno nelle linee guida delle scuole superiori.
Altrimenti questa mossa risulterebbe solo come un modo per bilanciare l'invecchiamento della popolazione votante (il milione di sedicenni e diciassettenni abbasserebbe la media da 47 a 46 anni), come pure pensa qualcuno, e potrebbe anche rivelarsi un'arma a doppio taglio per i partiti che ora hanno rispolverato questa idea. Infatti secondo un sondaggio Swg, realizzato per le Europee, la maggior parte dei voti di un campione di sedicenni e diciassettenni andrebbe alla Lega, senza contare la vasta fetta di "astenuti".
Astenuti che al momento hanno tutti i motivi per non recarsi alle urne nell'ipotetico voto aperto anche ai loro coetanei, visto come la politica sta ancora trattando, con troppa poca rilevanza, il tema ambientale.
Altra fetta non ignorabile sarebbe quella legata alle sezioni giovanili dei partiti di estrema destra, figlia della comunicazione aggressiva di chi non ha paura di rispolverare simboli e discorsi condannati da tempo.
Quindi, concludendo, si può dire che l'abbassamento della soglia di voto (che per il Senato, ricordiamo, è 21 anni) non è un'idea sbagliata, ma deve andare a braccetto con una scuola che punti a formare Cittadini a 360°.
Commenti
Posta un commento