Sarà il caldo di Ferragosto. O più probabilmente il crescente interesse cinese per il polo Nord, unito ad una nuova crescita di quello russo, confermato dal varo della nuova super-rompighiaccio a propulsione nucleare.
Fatto sta che Donald Trump, stando al Wall Street Journal, ha offerto al governo danese di acquistare la Groenlandia.
Ufficialmente per risparmiare alle già dissestate (secondo il presidente americano) casse del paese scandinavo i 457 milioni di euro di sussidi inviati ogni anno sull'isola più grande del mondo, ma paiono evidenti le vere motivazioni.
Lo scioglimento dei ghiacci causato dall' effetto serra (che di recente il presidente americano ha finalmente riconosciuto, additando comunque la Cina come principale responsabile) sta aprendo nuove rotte commerciali e rendendone percorribili altre per tutto l'anno. Ma sta anche liberando il terreno della "Terra verde" (nome originario della Groenlandia, rintracciabile in quello italiano e meglio in quello inglese, datole dai vichinghi), ricchissimo di riserve di petrolio e gas naturale ancora non sfruttate.
Insomma, ai potenti del mondo conviene solo (per il momento) che non si rispettino gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
Ma anche prima che lo strato ghiacciato della Groenlandia iniziasse a sciogliersi rapidamente come oggi, già gli USA avevano guardato con interesse all'isola. Infatti nel 1946 l'allora presidente Harry Truman offrì alla Danimarca 100 milioni di dollari, ricevendo però un cortese rifiuto.
Come quello comunicato a Trump dal governatore dell'isola tramite la CNN.
Forse per replicare l'acquisto dell'Alaska dalla Russia nel 1867 per 7,2 milioni di dollari dell'epoca (4 dollari al kmq, cifra comunque elevata considerando che in dollari attuali il 50esimo stato costò 120 milioni), grandissimo successo considerate le risorse petrolifere del territorio, bisognerà attendere un po'.
Intanto su Twitter però c'è chi ci scherza su, chiedendosi se la Groenlandia sia il regalo di Natale per Melania...
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