Prima di pensare che si tratti solo di qualche...lunatico stravagante, occorre guardare i dati statistici. Un sondaggio del 1999 condotto negli Stati Uniti dalla società Gallup rivelava che il 6% della popolazione americana riteneva che gli sbarchi sulla Luna "furono falsificati o simulati".
Il 6% degli americani equivale a circa 18 milioni di persone!
Ma che cosa non li convince?
Nessuna stella nelle foto
I complottisti accusano la mancanza di stelle come indice del fatto che lo sfondo altro non sia che un fondale cinematografico.
Il motivo per cui le stelle non si vedono risiede nel fatto che la superficie della Luna era illuminata a giorno dal Sole e le fotocamere erano regolate per mettere a fuoco gli oggetti vicini, e non quelli lontani.
È come se qualcuno fosse al centro di uno stadio illuminato di sera e si cercasse di fotografare le stelle: non ci si riuscirebbe perché sono troppo fioche al confronto con la luce forte delle lampade.
L'orizzonte sembra vicino
L'ambiente lunare è molto diverso da quello terrestre: l'atmosfera è assente e il diametro della Luna è poco più di un quarto di quello terrestre.
Di conseguenza la linea dell'orizzonte dista solo 2,4 km dall'occhio (mentre sulla terra è quasi il doppio, 4,7 km).
A creare l'illusione contribuiscono la mancanza di punti di riferimento a cui siamo abituati sulla Terra come alberi, case o pali e l'assenza di atmosfera, che rende l'aria perfettamente trasparente, mentre sulla Terra più si guarda lontano e più l'orizzonte appare sfocato proprio per la presenza dell'aria.
La bandiera americana
Se sulla Luna non c'è aria, come fa a sventolare?
I complottisti parlano di "un set progettato male con degli spifferi".
In realtà la bandiera non sventola ma è tenuta tesa da un'asticella orizzontale sul bordo superiore, una scelta fatta per evitare di piantare una bandiera che altrimenti sarebbe rimasta floscia.
Nelle occasioni in cui sembra oscillare da sola è perché un astronauta la urta per sbaglio o perché dalla capsula in partenza escono getti d'aria che la fanno muovere.
Ogni tanto, nei video, si vede qualche bagliore. Alcuni sospettano che il luccichio sia indice del fatto che l'assenza di gravità sia stata simulata nel set con dei cavi d'acciaio.
In realtà il bagliore è prodotto dalle antenne, alte fino a 50 centimetri che sporgono dallo zaino dei cosmonauti, come nel caso di questa fotografia, dove si nota il luccichio dell'asticella dell'astronauta che regge la bandiera:
Impossibile filmare il primo uomo
Molti si domandano come sia stato possibile filmare il primo passo sulla Luna di Neil Armstrong, dal momento che se era il primo uomo ad aver messo piede nel satellite, non c'era nessun altro.
In realtà la risposta è semplice: era stata installata una telecamera automatica all'esterno del veicolo spaziale proprio per avere una documentazione visiva di quello storico primo passo.
Fotografie troppo perfette
In realtà non tutte le fotografie scattate durante la missione sono belle da vedere.
Qui sotto alcuni esempi di foto venute male:
C’è mancato poco che anche la famosissima foto frontale fatta da Armstrong ad Aldrin fosse un fiasco. Se si osserva bene questa foto, si nota che Armstrong non ha decapitato fotograficamente Aldrin per un pelo: infatti manca l’antenna radio che dovrebbe ergersi dalla sommità dello zaino ed è invece mozzata dall’inquadratura (se ne scorge solo la radice). Manca anche una porzione dello zaino stesso, e la foto è storta. Spesso quest’immagine viene pubblicata aggiungendo una fetta di cielo nero finto per poterla raddrizzare e correggere.
Altro che "assolutamente perfette", insomma. Quando le foto venivano distribuite soltanto mediante la stampa, non si sprecava spazio e denaro pubblicando quelle venute male e si dava la priorità a quelle riuscite. Probabilmente è per questo che molte persone hanno avuto quest’impressione di perfezione assoluta. Oggi, invece, le immagini possono essere disseminate a costo zero via Internet, e quindi sono tutte disponibili per la consultazione sul sito della Nasa (https://history.nasa.gov/ap11ann/kippsphotos/apollo.html).
Tecnologie insufficienti
È vero che il computer di bordo era primitivo e che la tecnologia era di gran lunga inferiore a quella di un telefono cellulare, ma aveva un unico scopo: serviva a programmare la navigazione. Per tutto il resto a bordo c'erano i migliori computer esistenti: i cervelli degli astronauti, che, infatti, nei momenti cruciali, prendevano il comando manuale delle navicelle.
I moduli lasciati lassù non si vedono
I migliori telescopi di cui disponiamo non riescono a vedere i moduli lasciati lassù, perché anche con il Very Large Telescope, il più potente telescopio sulla Terra, non potremmo vedere nulla: la sua risoluzione è di 0,017 secondi d'arco, significa che riescono a vedere "dettagli" grandi minimo 30 metri. Per vedere i Lem, quindi, dovremmo disporre di telescopi con una risoluzione di 20 volte superiore.
Ad ogni modo questa è una foto scattata dalla sonda Lunar Reconnaissance Orbiter e dove si notano appena i moduli:
Le facce degli astronauti
In realtà gli astronauti non erano tristi e colpevoli dell'inganno, come vogliono far credere i complottisti. Durante la conferenza stampa, erano seri, dal momento che il presidente, Richard Nixon, stava facendo un discorso serio.
Ma un istante dopo, iniziano tutti a fare battute e anche gli astronauti ridono divertiti.
Nessuna riprova recente
In effetti, nessuno è più tornato sulla Luna dopo le sei missioni Apollo (alcuni ritengono che siano tutte falsificate!).
Andare sulla Luna è difficile, ha costi e rischi elevatissimi, che all'epoca erano giustificati dalla motivazione politica: arrivare prima dei russi e dimostrare la superiorità tecnologica degli americani. Oggi quella motivazione manca.
Tuttavia, l'interesse per l'esplorazione dello Spazio si sta risvegliando e la Nasa ha in preparazione la missione Artemis per riportare l'uomo sulla Luna nel 2024: un primo passo per iniziare a programmare una successiva spedizione su Marte.
Confessioni
Non è forse vero che la vedova di Stanley Kubrick ha confessato la montatura?
No, la signora, così come l'astronauta Buzz Aldrin e l'ex segretario di stato americano Henry Kissinger, si prestarono nel 2002 per un documentario-burla francese, "Operazione Luna", fingendo che l'allunaggio non fosse mai avvenuto: ma poi ridevano, chiedendo se erano risultati credibili.
Il programma fu realizzato per dimostrare come non ci si può sempre fidare di quello che si vede, anche se a parlare sono personaggi autorevoli.
Alcuni spezzoni sono stati estrapolati dal film e circolano ora sul web, dove si cerca di farli passare per autentiche confessioni.
Non si poteva mentire
Si potrebbe continuare ancora a lungo, ma ogni obiezione che sembra spiegabile solo con il complotto, in realtà trova sempre una risposta chiara e definitiva se si prendono in esame i fatti e non le fantasie.
C'è un'argomentazione che toglie ogni possibile dubbio: in quegli anni di Guerra Fredda, c'era una vera e propria gara per la supremazia spaziale tra Stati Uniti e Unione Sovietica e tutti i più potenti strumenti radar, ottici e radio, non solo quelli russi, ma anche quelli di tutti gli altri paesi nemici degli Stati Uniti, osservavano di continuo le missioni Apollo.
Se ci fosse stato anche solo il sospetto di una mistificazione si può stare certi che chi considerava gli Stati Uniti un avversario, l'avrebbe dichiarato con particolare enfasi a tutto il mondo. Invece, non solo non accadde, ma anche i sovietici riconobbero che sulla Luna c'erano arrivati prima gli americani.
Fonte: i membri del CICAP Massimo Polidoro e Paolo Attivissimo