Cinquant'anni fa, la gioventù di tutto il mondo fece sentire per la prima volta in modo concreto la propria voce, con proteste entrate nella storia sia per le dure repressioni ma soprattutto per i cambiamenti epocali che comportarono nella nostra stessa mentalità.
Furono due anni di grandi sconvolgimenti ma anche di grandi eventi, il '68 e il '69. Quello più importante fu sicuramente lo sbarco sulla Luna, ma a segnare quegli anni fu anche un altro avvenimento epocale, il cui anniversario cade proprio oggi, a poche settimane da quello dell'allunaggio. Stiamo parlando del leggendario concerto di Woodstock.
Tenutosi tra il 15 e il 18 Agosto in un vasto terreno vicino Bethel, cittadina dello stato di New York non lontana dalla località inizialmente designata (Woodstock, da cui il nome della manifestazione), il festival di musica rock e folk rappresentò l'evento della vita per tanti esponenti della cultura hippie, ma anche un importantissimo messaggio per l'America e il mondo intero, che oltre 500.000 persone (forse addirittura un milione!) lanciarono con la collaborazione di alcuni degli esponenti più in vista della musica rock (stranamente però senza Beatles, ormai sciolti, e Rolling Stones, non invitati). Un messaggio di pace e amore, che, nonostante le tante critiche e i falsi miti (spesso diffusi dai principali media), i partecipanti effettivamente misero in pratica gestendosi perfettamente. Anche se non si può ignorare la presenza di ingenti quantità di LSD e Marijuana, infatti, vi furono solo due decessi (di cui uno per investimento da parte di un trattore, e solo l'altro per overdose), due parti e quattro aborti. Per una folla di un milione di persone con servizi per 50.000 sono dati tutt'altro che preoccupanti; opinione confermata anche dalle parole di un inviato del NYT che dovette mentire sulla reale situazione delle cose per assecondare i superiori e il pensiero della gente comune sui "figli dei fiori".
Ma i valori di quei giovani che volevano ribaltare il mondo passarono, primi fra tutti quelli dell'uguaglianza e dell'amore per la natura, che è alla base dei movimenti ambientalisti che iniziarono a nascere proprio in quegli anni, anche grazie alla pubblicazione di Primavera silenziosa di Rachel Carson (del 1962), che denunciava apertamente la sconosciuta (anzi, nascosta) nocività del DDT.
E anche oggi, cinquant'anni dopo Woodstock, sono i giovani al centro dell'attenzione mondiale, giovani che hanno deciso di scendere in piazza in difesa dell'ambiente, giovani che ricordano un po' quei rivoluzionari degli anni '60 (forse, si potrebbe dire sorridendo, con un po' di droghe in meno).
Giovani che, come Greta Thunberg, hanno avuto il coraggio (e forse anche una buona dose di follia) di credere fino in fondo nelle proprie idee e di metterle in pratica (come avevano fatto gli hippie a Woodstock), impegnandosi in prima persona senza paura per le proprie convinzioni.
Non tutti i giovani sono pigri e instupiditi dalla tecnologia e dalla pubblicità, c'è qualcuno che ha voglia di sporcarsi le mani e la faccia per cambiare in meglio il mondo (c'è sempre stato, anche se i giovani sono venuti alla ribalta solo dal secolo scorso).
Non sono gli stessi di mezzo secolo fa, sono nuovi, altri giovani, perché l'età migliore della vita passa per tutti, ma quelli di Woodstock possono essere sicuri che tra le generazioni venute dopo la loro c'è qualcuno che ha ancora voglia di lottare per un mondo migliore.
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