Un lutto grandissimo per tutta l'Italia, la scomparsa di un pilastro della nostra letteratura moderna, di un personaggio unico, di un simbolo della Sicilia e di tutto il Belpaese, famoso in tutto il mondo (e infatti pianto da tutti i grandi quotidiani del globo).
Sicuramente tutti abbiamo visto almeno una volta il suo volto ancora carismatico, su uno schermo televisivo o sulle pagine di qualche giornale. Forse non tutti abbiamo letto un suo libro, o assistito a una sua rappresentazione o seguito un suo sceneggiato (era, si ricordi, un autore eclettico, dedito anche alla regia teatrale e alla sceneggiatura per radio e Tv), ma sicuramente abbiamo sentito almeno cento volte il nome del commissario Salvo Montalbano.
Con 27 romanzi, più diversi racconti, Camilleri ha creato, fin dal 1994, questo personaggio unico, che si può definire iconico, essendo ormai entrato nella cultura pop italiana assieme alle sue frasi tipiche (celeberrimo esempio è non mi rompere i cabbasisi). Un personaggio umanissimo, italianissimo, ma soprattutto impregnato della cultura della terra natìa dell'autore, la Sicilia, che ha contribuito a valorizzare in modo straordinario, grazie al successo mondiale delle sue opere. Infatti, grazie soprattutto alla fortunatissima trasposizione televisiva, i libri con protagonista il commissario dell'immaginaria città di Vigata hanno ottenuto risultati straordinari, arrivando a vendere oltre 30 milioni di copie e a essere tradotti in 120 lingue!
Camilleri si può quindi definire, anche per lo stile di scrittura, un nuovo Sciascia, capace di diffondere nel resto d'Italia e nel mondo un immagine autentica della Sicilia e della sua gente, mostrando senza timore anche i lati negativi ma soprattutto il valore di questa terra che troppo spesso è sminuito.
Ma Camilleri ha anche rappresentato l'Italia, con il suo commissario un po' impacciato, ogni tanto impulsivo, diretto (e naturalmente un po' volgare) nel parlare, ma comunque buono e generoso dentro la rude scorza, pronto ad aiutare (e anche sveglio nonostante le apparenze).
Quanti italiani possono sfuggire a questo identikit? Credo pochi, perché in fondo siamo fatti così, come ci ha descritto il maestro Camilleri, che ora piangiamo in questi giorni tristi ma che dovremmo ancor più ringraziare, per essersi speso fino alla tardissima età, seppur ormai cieco e vittima di Alzheimer, nel mestiere di autore e di cittadino italiano. Attediamo solo l'ultimo capitolo della serie di Montalbano, scritto nel 2006 per essere pubblicato postumo, per salutare un ultima volta l'uomo la sua meravigliosa creazione, in cui tutti ci siamo specchiati. Grazie e addio, maestro.
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