Da una parte la Caduta degli Dei. Per la prima volta dalla
stagione 2012/13, infatti, né Messi né Ronaldo né un club spagnolo
parteciperanno alla finale di Champions League.
Dall’altra, invece, l’ascesa del calcio inglese, già
anticipata dall'incredibile quarto posto all’ ultimo Mondiale. L’Inghilterra
spezza così uno strapotere ispanico nelle competizioni europee che continuava dalla
prima finale madrilena e il primo successo del Siviglia nel 2014. Dominio che,
in realtà, era stato già in parte bloccato nel 2017 con la vittoria del Manchester
United in EL. Sempre un club inglese. Quest’anno, invece, la scena se la
prenderà il Regno Unito, con un calcio che magari non garantisce sempre un
gioco pazzesco, ma porta ai propri tifosi emozioni uniche. L’Inghilterra
raggiunge anche un record storico: mai nessuna nazione nella storia aveva
portato nelle due massime finali europee tutte e quattro le finaliste. Non
bisogna, infatti, dimenticare che oltre alla finale del Wanda Metropolitano tra
Liverpool e Tottenham, a Baku si scontreranno Chelsea e Arsenal. Da una parte
la seconda finale di fila dei Reds contro la prima nella storia del Tottenham,
dall’altra il ritorno, dopo il trionfo di sei anni fa, dei Blues contro i
Gunners alla ricerca del primo trofeo targato UEFA. Da un lato lo scontro tra
Klopp (tre finali europee perse) e Pochettino (prima volta in carriera), dall’altro
la sfida tra Sarri (prima finale da allenatore) e l’esperto Emery (tre trofei
di fila).
Questo successo inglese dovrebbe far riflettere le dirigenze
e gli allenatori delle società italiane, se non la FICG stessa, su come bisogni
necessariamente cambiare mentalità se non si vuole rimanere sempre più indietro
in Europa. Le due recenti finali di Champions della Juve non sono che una luce
in un grande buio che da anni avvolge il calcio italiano. Non basta più
semplicemente fregiarsi di essere stati una volta il centro del mondo-calcio e
sul tetto del mondo: i rossoneri di Berlusconi e i nerazzurri di Moratti
appartengono al passato, la storia si fa giorno dopo giorno. La Serie A deve
assolutamente prendere esempio da queste lotte in Coppa dei Campioni,
altrimenti c’è il rischio che non vedremo la Nazionale in grandi palcoscenici
per tanto altro tempo.
In questo discorso va, però, menzionato anche l’ Ajax. La
capacità di non arrendersi mai, il bel gioco e il coraggio di puntare sui
giovani sono stati la chiave dei successi dei Lancieri in questa stagione.
Questo gruppo, destinato sfortunatamente a sciogliersi in estate vista la
probabile cessione di molti Big, ha molte delle caratteristiche che hanno
contraddistinto le società inglesi. Sulla stessa scia dei club, anche le
rispettive Nazionali, Olanda e Inghilterra, stanno vivendo un momento di grande
crescita: entrambe si trovano in semifinale di Nations League, tra l’altro
contro. Mentre ha sorpreso tutti il percorso straordinario dell'Inghilterra
nell’ultima Coppa del Mondo, fa piacere vedere come gli olandesi si sono
ripresi dalla cocente esclusione dal Mondiale (perché noi non impariamo mai?),
mandando i propri migliori uomini a conquistare l’Europa: Van Dijk è stato
premiato miglior giocatore della Premier, mentre De Jong ha vinto l’annuale
Golden Boy.
Questa Champions League è, inoltre, a detta di molti, la più
bella degli ultimi anni, se non di sempre. Tantissime le sorprese e le emozioni
forti che ci ha portato questa edizione piena di rimonte e colpi di scena. Dietro
i successi di Manchester United (3-1 sul PSG), Ajax (4-1 ai campioni di
Madrid), Porto (3-1 contro la Roma), Juve (3-0 all’Atletico), Liverpool (4-0
sul Barca) e del Tottenham (3-2 all’Ajax), ci sono due ingredienti ben precisi:
passione e speranza. La fortuna certamente non è mancata, ma la forza di
volontà di superare i propri limiti e saper andare contro ogni logica e
statistica sono le caratteristiche che hanno contraddistinto in modo indelebile
questa CL. Insomma, Mai Arrendersi!