Avengers: Endgame è la storia di un lungo viaggio che riesce
in modo incredibile a rendere onore a molti degli eroi dalle più svariate
origini, non tralasciando e anzi focalizzandosi sulla natura umana di chi
indossa un costume, fatto che tocca il suo apice con la trasformazione di Thor
e la prevalsa del suo lato umano su quello "arrogante" e divino. Il film è una
storia completa che lo rende uno dei migliori prodotti mai creati del genere
supereroistico.
Tanti i cameo e gli ester-eggs, ma soprattutto riferimenti e
frasi che rimandano alle pellicole precedenti, tenendo quindi tutto unito con
un solo filo. E’, insomma, un lungo gioco di citazioni, sottigliezze e rimandi, che i due
registi hanno potuto distribuire su tre ore di film. Già dopo pochi minuti,
infatti, Thor fa tesoro delle parole di Thanos di “mirare alla testa”,
decapitando proprio quest’ultimo e ripetendo un po’ ironicamente e amaramente la battuta
pronunciata nel capitolo precedente. La frase condivisa da Occhio di Falco e la
Vedova Nera sul fatto che questa sia o meno “come Budapest” era rimasta celebre
dai tempi di The Avengers nel 2012. Durante uno dei viaggi nel tempo, invece, viene
riproposta anche la sequenza dell’ascensore vista in Winter Soldier, ma con un
finale molto diverso. Sempre in questo viaggio del tempo, tornato con Tony negli anni ’70, Steve
prima vede l’amata Peggy, poi un orologio con le lancette alle ore 4/26, data di uscita negli
USA del film. Ancora incentrati
sulla figura di Cap ci sono due battute significative: una quando il Captain
America del passato dice “potrei farlo tutto il giorno” e l’altra quando Sam
Wilson annuncia l’arrivo degli alleati tornati in vita pronunciando all’auricolare
“alla tua sinistra”, come fece Steve al loro primo incontro in Winter Soldier, quando lo superava
in velocità mentre facevano jogging. Omaggio anche a Star Wars sotto richiesta
del grandissimo fan Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios, per cui viene fatto perdere un arto, come spesso accade in
Guerre Stellari, a Nebula. Il richiamo più bello al passato, però, è dedicato
al personaggio di Tony Stark, che, come ultime parole prima di morire, pronuncia la frase con cui si era
chiuso il suo standalone che aveva fatto partire tutto l’Universo
cinematografico Marvel: “Io sono Iron Man”. Tra l’altro la battuta è stata un
vero last-minute, perché solo dopo centinaia di prove era venuto in mente di far
pronunciare tale frase a Downey Jr, il volto emblematico del MCU.
Sempre in onore del primo eroe, dopo la sua morte, Happy Hogan chiede alla figlia di Stark che cosa desiderasse. La sua risposta, “un cheeseburger”, è la stessa che diede Tony quando fu liberato dalla prigionia nel 2008.
Sempre in onore del primo eroe, dopo la sua morte, Happy Hogan chiede alla figlia di Stark che cosa desiderasse. La sua risposta, “un cheeseburger”, è la stessa che diede Tony quando fu liberato dalla prigionia nel 2008.
Anche in quanto a Cameo i fratelli Russo si sono sbizzarriti.
Non poteva mancare in un loro film targato Marvel Studios la comparsa di
attori di Community, la serie alla quale avevano lavorato in precedenza come
produttori. In questo caso i fortunati sono stati Ken Jeong e Yvette Brown.
Spazio, ovviamente, anche a chi ha fatto la storia sulla carta e ideato molti
dei personaggi in scena: compaiono, infatti, Jim Starlin, creatore di Thanos,
nella scena del gruppo di recupero guidato da Steve Rogers, e l’immancabile
Stan Lee, mentre è in una macchina negli anni ’70, nella sua ultima apparizione
postuma. Sempre nel gruppo di recupero di Rogers appare anche Joe Russo, primo
personaggio dichiaratamente gay apparso nell’universo condiviso. Cameo anche
per Howard Stark e l’autista Jarvis, da cui prende nome l’intelligenza
artificiale creata da Tony. Una delle apparizioni che più ha spiazzato i fan è
stata, invece, la presenza di Harley Keener al funerale di Tony. Il
personaggio, che avevamo visto solo come bambino in Iron Man 3 e perciò
difficilmente riconoscibile, ha evidentemente mantenuto buoni rapporti con
Stark. Alcuni fan hanno pensato che questo potesse essere un indizio per il futuro di Iron Man, ma i registi, a quanto detto, non avevano in mente nulla di tutto ciò.
Comparse femminili anche per Jane Foster e l’Antico,
incontrate durante i viaggi nel tempo. Il Cameo più divertente e che quasi
nessuno ha notato, è stato, invece, quello di Howard il Papero, che ricompare per la
Battaglia Finale a fianco di alcuni Ravagers.